La Chiesa - L'interno
L'altare è la mensa, su cui Cristo ci prepara la sua parola e il suo cibo, sostegno per il nostro cammino di fede. La mensa, in marmo bianco di Carrara, poggia su due basamenti in marmo verde.
Sull'altare converge tutto l'edificio e tutta l'assemblea ne fa il centro della propria esperienza liturgica, del momento eucaristico.
Splenderà sempre per semplicità: una fioriera al lato, un gruppo di sei ceri su un unico candeliere dall'altro, una croce astile con il Cristo Risono e una tovaglia come unico ornamento.
Sulla sinistra del presbiterio sta il luogo della Parola, al centro la Sede del celebrante.
Il primo è solido, fisso e di grandezza sufficiente a reggere i Libri liturgici, ma anche in grado di evidenziare sempre l'annunciatore della Parola.
Il secondo non ha forma di trono, soltanto un'alzata di marmo verde che lo contraddistingue dagli altri seggi.
Dietro l'altare, la vetrata. Opera del Prof. Mario Vezzelli di Firenze, che ha al suo attivo diverse opere in varie chiese nazionali ed estere, è un invito a lodare Dio che permea tutto l'universo della Sua presenza.
Gli Angeli che scendono lungo la via luminosa, sono l'immagine delle grazie che Dio dispensa sull'altare e richiamo al cammino che ciascun fedele deve fare per raggiungere la meta della santità; il globo terrestre, visibile sulla destra, è di colore rosso, simbolo dell'amore che lo pervade e anche del male che in esso viene perpetrato.
Gli Angeli che lo circondano sono simbolo della presenza continua di Dio che "fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni".
In questa chiesa tutti gli "oggetti di culto" sono decorosi, poveri e nello stesso tempo nobili quanto esige la semplicità amorosa che è già segno di fede, dono di accoglienza totale del mistero di Cristo. Niente preziosità venali, niente farragini devianti.

Particolare della vetrata
La Madonna coi Bambino ci ricorda: Gesù si è offerto per noi ed è fonte di gioia vera.
L'immagine che noi veneriamo è in legno scolpito e rappresenta Gesù che porge le chiavi della Chiesa a Maria Sua Madre.
Il Concilio Vaticano II ha collocato Maria nella convivenza ecclesiale come prima creatura di essa e ne ha ricercato i tratti caratteristici e la funzione nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Nel mistero di Cristo ella è madre di lui, "redenta in modo sublime in vista dei meriti" di lui.
Nel mistero della Chiesa, ella sta come colei che con l'amore cooperò alla nascita e alla formazione dei fedeli e fu perciò "sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa e modello...".
Fu così - dice la Costituzione conciliare "De Ecclesia" - "Madre di Dio, Madre di Cristo e Madre degli uomini, specialmente dei fedeli": "immagine e inizio" essa stessa della Chiesa.
"La Beata Vergine, per il dono e l'ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio Redentore, e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la chiesa: la Madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava S. Ambrogio, nell'ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti, nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine la Beata Vergine Maria occupa il primo posto, offrendo in maniera eminente e singolare il modello della vergine e della madre. Poiché per la sua fede e obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio del Padre, senza contatto con uomo, adombrata dallo Spirito Santo, quale Eva novella prestando, non all'antico serpente ma al messaggero di Dio, una fede non inquinata da alcun dubbio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra molti fratelli, cioè tra i fedeli, alla nascita e formazione dei quali essa coopera con materno amore.

La bella statua di Gesù
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